Bionde di Salizzole (Vr), 7 maggio 2024 – Il cerimoniale di premiazione dell’ottantesima Vicenza-Bionde, classica gara ciclistica per Under 23 disputata da Soave a Bionde di Salizzole (Vr) lo scorso 28 aprile è finito al centro dell’attenzione internazionale.
La vittoria dell’atleta russo Viktor Bugaenko, in gara con la formazione spagnola della Baix Ebre, infatti, è stata celebrata sul palco con tutti gli onori del caso, compreso l’inno nazionale russo, che già era risuonato sul palco di Bionde nel 2019 e nel 2021 in occasione dei successi del nazionale russo Gleb Syritsa.
A trovarsi sotto i riflettori, proprio malgrado, sono gli organizzatori dell’Us Bionde, capitanati dal Presidente Filippo Scipioni: “Sono sinceramente sorpreso dell’attenzione che la vicenda ha sollevato. Noi siamo uomini di sport e crediamo nei valori che, attraverso il ciclismo, la nostra manifestazione promuove da 80 anni: per noi lo sport è unione, festa e condivisione. Da tre anni è sempre presente al via una formazione ucraina così come non abbiamo mai chiuso le porte alle squadre che al proprio interno annoverano atleti russi. Per una manifestazione dilettantistica inserita nel calendario nazionale come la nostra, mi risulta che non ci siano regole che vietino di suonare l’inno russo in caso di vittoria di atleti provenienti da questa nazione o, se ci sono, non ci sono mai state comunicate” taglia corto il numero uno della società ; giallo-verde. “Ricordo che nel 2013 a vincere fu Marlen Zmorka, un atleta ucraino, e in quell’occasione fu suonato l’inno del suo Paese: per noi, gente di sport, vedere un ragazzo di 20 anni o poco più che vince al termine di 180 chilometri di fatica è sempre una festa, indipendentemente dalla maglia che indossa o dalla nazione di appartenenza. Molti di questi atleti vengono da terre lontane e noi ci prodighiamo per farli sentire sempre ben accolti e coccolati: quando Bugaenko è salito sul primo gradino del podio non ci siamo posti alcun problema e abbiamo notato che al ragazzo ha fatto piacere sentire le note del suo inno, è stato un pò come farlo sentire a casa”.
Insomma, una giornata di sport, che ha celebrato tra l’altro il traguardo delle 80 edizioni non può e non deve subire strumentalizzazioni di alcuna sorta, tanto meno politiche o legate al conflitto in corso: “Personalmente ricordo che una volta erano le Olimpiadi a fermare le guerre, penso che anche nello sport non ci dobbiamo mai dimenticare dei valori che ci accomunano e ci fanno promuovere prima di tutto la pace. L’inno russo a Bionde non è stato suonato in relazione al conflitto in atto tra Russia e Ucraina ma per festeggiare il successo di un ragazzo di 20 anni che aveva appena vinto la nostra corsa al termine di una cavalcata solitaria che ha entusiasmato il pubblico presente. Ogni altra lettura o ogni altro significato che in queste ore sono stati attribuiti a questo fatto sono del tutto sconnessi dalla realtà dei fatti e completamente pretestuosi” ha concluso Filippo Scipioni.