Torna il Trofeo Antonietto Rancilio Under 23/Elite

Torna, dopo un anno di stop forzato a causa dell’emergenza sanitaria da Covid 19, il Trofeo Antonietto Rancilio 2021, con la formula della kermesse serale diventata ormai una piacevole tradizione e che si concentra sul ciclismo; anche per quest’anno la prova di pattinaggio a rotelle velocità, infatti, è dovuta restare “in panchina” per una concomitanza con la prova valida per l’assegnazione dei Campionati italiani.

Formula consolidata – si è detto – per il trofeo Rancilio Elite/Under23, giunto alla 37a edizione e che vede iscritti come di consueto un parterre di team che schierano i migliori velocisti in circolazione.
Una ventina i Team accreditati che compongono lo schieramento di partenza, limitato per scelta del GS Rancilio a 130 Atleti, tra i quali troviamo anche la squadra Nazionale Russa e il team continental tedesco Wibatech di Monaco di Baviera.
Torna a Parabiago il team Colpack, cui il successo sfugge dal 2013, che si presenta più agguerrita che mai schierando ben 3 sprinter: Michele Gazzoli vittorioso al GP della Liberazione di Roma, Davide Persico e Samuel Quaranta; non è da meno la Biesse Arvedi, con Francesco Lamon, Michele Scartezzini e Davide Plebani, presenze fisse della squadra nazionale Pista.
Certamente da osservare la Viris-Vigevano, ultima vincitrice del trofeo Rancilio 2019 con Alessio Brugna, che schiera l’esperto Simone Piccolo, all’attivo 2021 due vittorie e diversi piazzamenti, e Michele Corradini, freschissimo vincitore del GP Montecassiano svolto proprio ieri; sempre in maglia Viris, debutta al Trofeo Rancilio anche Marco Rancilio, nipote di Antonietto al quale la gara è dedicata.

Da segnalare anche in casa Lan Service la presenza di Mattia Oppici, figlio di quel Fausto Oppici che fu 2° alla edizione n°7 del trofeo Antonietto Rancilio del 1990.

Ci sono quindi tutti i presupposti per ipotizzare che ancora una volta sarà spettacolo vero quello che gli atleti sapranno proporre al pubblico di Parabiago, città che del ciclismo ha saputo fare una vera e propria tradizione e che annovera due cittadini illustri quali Giuseppe Saronni e Libero Ferrario, primo italiano della storia ad aver vinto un campionato del mondo di ciclismo nel 1923.

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