In Trentino il Tricolore che non ti aspetti: a Comano spunta Velasco

Il 27enne della Astana-Qazaqstan centra la giornata perfetta, vestendo il Tricolore per la prima volta dopo 227 km duri e incerti fino alle ultime battute. Sul podio Rota e Sbaragli, grande spettacolo di pubblico sulle strade

Lo avevano detto in tanti, quasi tutti: in un Campionato Italiano in linea come quello di Comano Terme 2023, impegnativo ma non impossibile, senza un favorito assoluto e con molti dei più attesi atleti in gara supportati da pochi effettivi, la sorpresa poteva essere dietro l’angolo. Sulla ruota di Comano è uscito il numero 17, alla faccia di chi dice che porti sfortuna: il numero di Simone Velasco, 27 anni e una carriera da promessa forse non pienamente mantenuta. Almeno fino ad oggi.

Non c’era il suo nome fra quelli dei papabili alla vigilia della rassegna tricolore in Trentino, ma ad onor del vero più di qualcuno aveva iniziato a includerlo nella rosa dopo la cronometro di giovedì a Sarche, nella quale aveva destato impressione chiudendo quarto, da non specialista, su un percorso impegnativo.

Certo, ripetersi sui 227 km e 3.730 metri di dislivello del percorso trentino era tutt’altro dire, e fino a 20 km dal termine sembrava che fosse un altro atleta del Team Astana-Qazaqstan, Simone Battistella, quello destinato a giocarsi una grossa chance tricolore sul traguardo di Comano Terme. Invece è stato a 15 km dall’arrivo che la corsa ha subito l’ennesimo ribaltamento in testa, quando su Filippo Magli (Green Project-Bardiani-CSF) e Battistella, rimasti all’inseguimento del solitario Lorenzo Rota (Intermarche-Circus-Wanty), si riportavano Velasco, Kristian Sbaragli, Davide Formolo e Matteo Trentin (UAE Team Emirates) e Filippo Baroncini (Trek-Segafredo).

A questi sette è toccato l’inseguimento del bergamasco dopo l’ultimo scollinamento sulla salita di Cavrasto, poi ripreso a 7 km dal traguardo. Con Battistella messo fuori gioco dai crampi e Baroncini da una foratura, il Tricolore è diventato un gioco a sei sul lungo rettilineo di Comano, incorniciato di appassionati che per tutto il giorno hanno affollato l’intero percorso sotto un sole caldo ma splendido, che ha illuminato ed esaltato il verde e i borghi di Comano e delle Giudicarie Esteriori negli oltre 90 minuti di diretta televisiva.

In uno sprint dopo 227 km quasi sempre vince chi ha più gambe: oggi, ce le aveva Simone Velasco. Secondo posto per Lorenzo Rota, che già l’anno scorso aveva occupato lo stesso gradino alle spalle di Filippo Zana, terzo Kristian Sbaragli.

“Quello di oggi era un percorso per corridori di fondo che sanno tenere duro su percorsi impegnativi,” ha spiegato il neo-Campione italiano, “nelle classiche delle Ardenne mi ero ben comportato e quindi avevo fiducia, ma il Tricolore è sempre un terno al lotto: si corre in modo diverso rispetto alle altre gare, e io difficilmente avevo avuto fortuna in passato in queste occasioni.” Dopo il traguardo, lacrime di gioia, tante, il pensiero per chi non c’è più, per Gino Mäder ed Umberto Inselvini, lo storico massaggiatore Astana scomparso improvvisamente all’inizio di quest’anno, e l’abbraccio alla sua Diletta, 8 mesi. “Questa maglia l’ho sognata una vita intera, vorrei cucirmela addosso. Averla conquistata davanti a Diletta e alla mia compagna Nadia è qualcosa di più.”

Nato a Bologna, ma elbano di formazione e nell’anima, una crescita ciclistica divisa fra strada, ciclocross e Mountain Bike, l’altra passione di Velasco sono i mezzi d’epoca, fra due e quattro ruote: “Ho anche una 50 Special, con cui giro sui colli bolognesi come canta Cremonini… ma adesso penso all’Elba, a qualche giorno di mare prima dell’altura. Dopo? Prima la Spagna poi… il Mondiale? Chissà…”

Quinto posto di giornata per Matteo Trentin, infuriato per l’occasione persa sul traguardo di casa. Filippo Ganna (INEOS-Grenadiers), undicesimo, ha regolato un gruppetto che comprendeva anche il corridore più atteso su questo percorso, Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), solo quattordicesimo. Sperava in un’altra festa dopo quella delle nozze, proverà a rifarsi al Tour.

LA CRONACA DI GARA

In tanti avevano anticipato una corsa difficile da interpretare e da controllare, con molti dei favoriti in grado di fare affidamento su pochi compagni di squadra: dopo un avvio molto veloce, otto uomini – Maestri e Pierobon (Eolo Kometa), Tarozzi, L. Colnaghi e Magli (Green Project), Amella e Zambelli (Team Corratec), Ansaloni (Technipes) e A. Colnaghi (ONEC Team Parma) – sono riusciti ad avere un po’ di libertà dal gruppo solo dopo 35 km, ma il loro vantaggio ha superato solo di poco i tre minuti, sotto il controllo di Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) e del Team Astana-Qazaqstan.

Successivamente, la situazione al comando si è spesso rimescolata, fra il cedimento di atleti di testa nei primi passaggi sulla salita di Cavrasto e il rientro di uomini da dietro, come Zoccarato (Green Project), Mattia Bais (Eolo-Kometa) e Rota (Intermarche-Circus-Wanty), ma è stato l’attacco dal gruppo di Samuele Battistella (Astana-Qazaqstan) nel corso del quinto dei nove giri del circuito finale ad accendere la fase decisiva di corsa.

Ai 60 km dal termine, la corsa vedeva in testa i soli Battistella, Zoccarato, Magli e Rota, con il gruppo tirato dalla INEOS-Grenadiers all’inseguimento con appena 1.15 di ritardo.

Alle spalle dei quattro è partita un’altra azione importante, con protagonisti Baroncini (Trek-Segafredo), Sobrero (Jayco-Alula) e Matteo Trentin (UAE Team Emirates), spinto dal tifo di casa, ma i tre hanno faticato ad avvicinarsi ai battistrada fino alle battute finali.

Negli ultimi giri Zoccarato non è riuscito a tenere le ruote dei primi, mentre Sobrero era sostituito da Sbaragli all’inseguimento. Ai -15 è stato Rota ad attaccare con decisione, e sembrava l’azione buona, con Magli e Battistella sulle gambe e ripresi poco dopo da Velasco, Formolo, usciti dal gruppo proprio in quella fase, e gli altri inseguitori. “Memento Audere Semper, ce l’ho scritto sulla pelle,” racconta Velasco. “Martinelli sul percorso mi incitava ad attaccare, io stavolta ho temporeggiato più del solito, ma poi ho preso il coraggio a due mani, anche se non ero sicuro potessimo riaprire la corsa. Stavolta ho avuto ragione io.”

Proprio il lavoro della coppia UAE ha contribuito a riportare indietro il bergamasco e rimettere tutto in gioco sulle battute finali. Fino all’ultimo sprint, con Velasco lanciato tutto sulla destra, spedito, senza guardarsi indietro. Come su una 50 Special.

DOMANI LA CONCLUSIONE: LONGO BORGHINI E CAVALLI FARI DELLA PROVA IN LINEA DONNE

 

È affidata alla categoria Donne Elite la conclusione della quattro giorni dei Campionati Italiani su Strada – Comano Terme 2023: domenica 25 Giugno un tracciato di 148 km e quasi 2.500 metri di dislivello designerà l’erede in maglia tricolore di Elisa Balsamo, che in Trentino non potrà difendere il titolo a causa della brutta caduta riportata in Gran Bretagna oltre un mese fa.

 

Partenza e arrivo saranno ancora a Comano Terme, ma rispetto alla prova Elite Uomini cambierà il tratto in linea che caratterizza la prima parte di gara. Uscite da Comano, le atlete saliranno infatti il Passo del Ballino per poi scollinare e raggiungere prima il Lago di Tenno e giungere alle porte di Riva del Garda, cuore del Garda Trentino, affacciata sulle sponde del Lago omonimo. Da qui, la corsa transiterà da Arco e Dro per tornare in Valle dei Laghi, effettuando un giro proprio nel circuito che giovedì e venerdì ha assegnato i titoli a cronometro.

 

Tornate a Sarche, le atlete raggiungeranno Comano attraverso la gola del Limarò ed entreranno nel medesimo circuito finale nelle Giudicarie Esteriori (16,2 km) che ha visto impegnati gli Uomini Elite, questa volta da percorrere solo quattro volte, con la salita di Cavrasto (5,6 km al 5,2%) a rappresentare la principale difficoltà.

 

Sono tante le atlete a presentarsi con condizione e ambizioni tricolori a Comano: la cronometro ha pienamente confermato le credenziali di Elisa Longo Borghini (Trek-Segafredo), che nella cronometro ha centrato la sua decima maglia tricolore in carriera, e insegue la quarta nella prova in linea. Ha già vinto un titolo italiano in linea anche Marta Cavalli (Fiamme Oro / FDJ-Suez), tornata da poco al successo a mesi di distanza dal terribile incidente al Tour de France 2022, e apparsa in ottima condizione anche nella prova contro il tempo.

 

Anche Gaia Realini (Trek-Segafredo) potrà mettere in luce le proprie doti in salita sul tracciato trentino, e sarà in gara anche per la maglia tricolore Under 23, per la quale la rivale più accreditata potrebbe essere Eleonora Gasparrini (UAE Team ADQ), arrivata a Comano di slancio dopo un grande successo di tappa al Giro di Svizzera.

 

In casa UAE vogliono essere protagoniste anche Erica Magnaldi e Silvia Persico, quest’ultima in caccia di un risultato storico: in caso di successo, diventerebbe la prima italiana a detenere contemporaneamente i titoli italiani su strada e nel ciclocross. Correrà invece con la maglia delle Fiamme Azzurre Marta Bastianelli, al suo ultimo campionato italiano, e come lei anche Elena Cecchini, che in carriera ha già conquistato tre maglie tricolori in linea e due a cronometro. Da non sottovalutare anche Soraya Paladin (Canyon SRAM), che alle doti in salita abbina anche un solido spunto veloce.

 

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