È iniziato il conto alla rovescia in vista della prima edizione dell’Adriatica Ionica Race, la nuova corsa professionistica in cinque tappe che debutta mercoledì 20 giugno con la cronosquadre Bim-Ciclabile del Piave – Lido di Jesolo, e che si conclude domenica 24 a Trieste. Le sedici squadre al via hanno reso noto le loro formazioni, ciascuna composta da 7 atleti per un totale di 112 partenti.
La startlist provvisoria (possono ancora essere effettuati dei cambiamenti) si presenta di alto livello prospettando una gara entusiasmante e combattuta. Elia Viviani (Quick-Step Floors), fresco vincitore della maglia ciclamino al Giro d’Italia, l’ex iridato Mark Cavendish (Dimension Data), Matteo Trentin (Italia), Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy) daranno vita a un vero e proprio Festival dei velocisti, a cui si potranno aggiungere i giovani Simone Consonni (Uae-Team Emirates), Alvaro Hodeg (Quick-Step Floors), Riccardo Minali (Italia) e Vincenzo Albanese (Bardiani-Csf). Tra i tanti nomi di spicco, anche quelli di Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Valerio Conti (Uae-Team Emirates), Gianluca Brambilla e Fabio Felline (Trek-Segafredo), Moreno Moser (Italia), Giulio Ciccone (Bardiani-Csf), Pippo Pozzato (Wilier Triestina-Selle Italia), Mattia Cattaneo (Androni Giocattoli-Sidermec), Ben Hermans (Israel Cycling Academy) e Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini), all’ultima corsa a tappe di una gloriosa carriera.
In particolare, l’Adriatica Ionica Race saluterà il ritorno alle corse di Matteo Trentin, 28 anni, capitano della Nazionale azzurra diretta da Davide Cassani e Marino Amadori. Il forte velocista trentino, vincitore di due tappe al Tour de France, una al Giro d’Italia e cinque alla Vuelta, è stato costretto a uno stop di oltre due mesi in seguito a una caduta durante la Parigi-Roubaix dello scorso 8 aprile, che gli ha causato la frattura di una vertebra toracica. Trentin è rimasto 40 giorni con un busto rigido, senza poter andare in bicicletta, poi ha ricostruito poco a poco la condizione e ora si presenta al via dell’Adriatica Ionica Race dopo un ritiro in altura a Livigno. “La forma non è chiaramente stratosferica, ma le sensazioni sono buone, anche più di quello che mi aspettavo – osserva Trentin – Scoprirò a che punto sono della preparazione tappa dopo tappa, ma l’arrivo di Maser darà già indicazioni importanti. E se ci saranno opportunità, non me le lascerò sfuggire”.
Sulla carta sono due le tappe che hanno più probabilità di concludersi in volata: la quarta da San Vito di Cadore a Grado e la quinta da Grado a Trieste. Ma le attenzioni di Trentin sono rivolte anche alla seconda, con traguardo a Maser: “Le squadre dei velocisti, se vogliono, riescono a tenere unita la corsa e, dopo gli strappi di Asolo, c’è spazio per rientrare. Mi incuriosisce lo sterrato di Grado che metterà un po’ di pepe sul finale della quarta tappa. Nel complesso, mi sembra una corsa molto equilibrata: non estrema, ma nemmeno facile. Insomma, l’ideale per chi ritrova le competizioni. Anche la collocazione in calendario è perfetta per preparare il campionato italiano e, più avanti, il Tour de France”.
Non saranno il suo terreno ideale, ma le Dolomiti non mancano di esercitare il loro fascino anche sul velocista originario di Borgo Valsugana (Trento). La terza tappa, che parte da Mussolente e affronta le esigenti salite di Rolle, Valles e Giau, ripercorre strade che Trentin conosce bene: “Ho parenti a Primiero e amici a Feltre. Da dilettante e nei primi anni da professionista ho macinato tante volte quei chilometri. Il Rolle l’ho fatto in molte occasioni: è lungo, tremendo, ti sfinisce. Il Valles solo una, mentre il Giau lo ricordo nella tappa del Giro d’Italia 2016 che arrivava a Corvara: sono andato in fuga, poi siamo stati ripresi e ho finito con un gruppetto di cinque. È stata una giornata durissima”.
La Nazionale schiera anche Moreno Moser, vincitore del Trofeo Laigueglia, Riccardo Minali e i dilettanti Jalel Duranti, Francesco Lamon, Filippo Taliani e Andrea Toniatti. Trentin potrà guidare con la sua esperienza i più giovani, ma soprattutto cercare il riscatto in una stagione sfortunata, segnata prima dall’infortunio in allenamento a gennaio (frattura di una costola), poi dalla caduta alla Roubaix: “Non è stata un’annata facile finora, anche se non credo alla sfortuna. Sono cose che nel ciclismo possono capitare. Spero che l’Adriatica Ionica Race segni la mia ripartenza, il punto di svolta per un finale di stagione positivo. Ho ancora qualche piccola speranza di partecipare al Tour de France, dipende dal mio stato di forma. E comunque ora il focus della stagione si è spostato sulla seconda parte”. I rettilinei dell’Adriatica Ionica Race possono trasformarsi in piste di decollo. |