Il velocista della Quick-Step Floors trionfa in Friuli nella quarta tappa dell’Adriatica Ionica Race battendo in volata Nizzolo. Sosa sempre leader, domani il gran finale a Trieste
Neanche gli sterrati di Aquileia o il vento della laguna fermano un super Elia Viviani. Il velocista della Quick-Step Floors ha conquistato sabato 23 giugno a Grado (Gorizia) la quarta tappa dell’Adriatica Ionica Race, con uno sprint impeccabile davanti a Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) e al compagno di squadra Alvaro Hodeg. Mentre il colombiano Ivan Ramiro Sosa (27° a 6’’ dal vincitore) mantiene la maglia azzurra Geo&Tex 2000 del leader, Viviani festeggia il secondo trionfo individuale nell’Adriatica Ionica Race, il terzo se si aggiunge la cronosquadre inaugurale di Lido di Jesolo (Venezia), e si conferma sempre più il re della velocità nella corsa ideata da Moreno Argentin. Domani il gran finale nel circuito di Trieste potrà vederlo di nuovo protagonista.
Dopo le emozioni e la fatica delle Dolomiti, l’Adriatica Ionica Race ha regalato un’altra tappa di grande spettacolo, confermando la propria vocazione di vetrina delle bellezze dei territori locali. Dal Veneto si è passati in Friuli attraverso il Passo Crosetta. Negli ultimi 25 km, il gruppo ha incontrato due settori in sterrato (di 3,7 e 2,2 km), che hanno imposto la selezione tra polvere e tentativi di attacco. Ne ha fatto le spese Edward Ravasi (Uae-Team Emirates), che alla partenza era secondo in classifica a 18’’ e ora si ritrova quarto a 1’44’’, per colpa di una foratura proprio nel primo settore. Dopo le meraviglie di Aquileia, importante centro archeologico, il gruppo ha attraversato a gran velocità la laguna di Grado, per lanciarsi nello sprint finale acclamato dal pubblico.
LA CRONACA DELLA GARA
La quarta tappa, la più lunga dell’Adriatica Ionica Race con i suoi 223,2 km, è scattata da San Vito di Cadore (Belluno): 107 i partenti, si ritira il belga Ben Hermans (Israel Cycling Academy), ieri terzo sul Giau. La fuga di giornata si forma al km 9. Ne fanno parte sei uomini: Meiyin Wang (Bahrain-Merida), Andrea Toniatti (Italia), Marco Tizza (Nippo-Vini Fantini-Europa Ovini), Nick Van der Lijke (Roompot-Nederlandese Lotereij), Stanimir Cholakov (Trevigiani Phonix-Hemus 1896) ed Enrico Logica (Biesse Carrera Gavardo).
Il loro vantaggio cresce fino a superare i 5 minuti, ma all’imbocco del primo settore di sterrato, ai -25,9 km, è ridotto a 1’52’’. Nel gruppo, sono Elia Viviani e Mark Cavendish ad affrontare in testa il primo tratto di strada bianca, quello che costa a Ravasi 1’26’’ da Sosa per una foratura. Sul secondo sterrato, con il gruppo ridotto a una trentina di unità, Niki Terpstra impone la selezione rimanendo con Viviani, Nizzolo e Renshaw, prima di cercare l’azione solitaria. Ma il gruppo lo riprende poco dopo e a 3 km dal traguardo recupera anche i fuggitivi. In volata, Viviani è abile a prendere la ruota del compagno Hodeg e ad aprire il gas negli ultimi metri, terminando davanti a Nizzolo. Quarto Riccardo Minali della Nazionale, guidata oggi dal c.t. Davide Cassani.
Il gruppo della maglia azzurra arriva a 6’’ di ritardo e comprende anche Giulio Ciccone (Bardiani-Csf), che sale ora al secondo posto della generale con 45’’ di ritardo. Terzo il russo Ildar Arslanov (Gazprom-Rusvelo) a 1’13’’.
Sosa, oltre alla maglia azzurra, detiene anche la bianca Gabetti di miglior giovane (che domani sarà indossata da Giovanni Carboni della Bardiani-Csf). Viviani, premiato dal sindaco di Grado Dario Raugna per il trionfo di tappa, consolida la sua leadership nella classifica a punti, indossando la maglia rossa sponsorizzata Full Speed Ahead, mentre la lunga fuga di Enrico Logica (Biesse Carrera Gavardo) viene premiata con la maglia verde Prologo di miglior scalatore. A un altro fuggitivo, Andrea Toniatti (Italia), il premio combattività di giornata che vale la maglia arancione Suzuki.
Il leader della classifica generale Ivan Ramiro Sosa (Androni Giocattoli Sidermec) sul podio con Enzo Cainero. Credits: Bettiniphoto
LE PAROLE DEI PROTAGONISTI
Così Elia Viviani, al dodicesimo successo stagionale che lo lancia in vetta alla classifica dei plurivincitori del 2018 davanti ad Alejandro Valverde (a quota 11): “Dopo il tappone dolomitico di ieri si sentiva la fatica, ma le gambe hanno risposto bene nonostante i 230 km di gara, una distanza che si avvicina a quella delle Classiche. La volata è stata strana: alla rotonda, Cavendish ha fatto il buco per il compagno di squadra Renshaw. Alla sua ruota c’era Hodeg e io ho scelto subito di seguirlo: una decisione che si è rivelata azzeccata. Sullo sterrato non si può dire che mi sia trovato a mio agio, ma sapevo come condurre la bici, anche perché la settimana scorsa abbiamo affrontato una gara in Belgio con un fondo simile. Ieri vedere le Dolomiti al tramonto è stato incantevole, anche per i miei compagni di squadra. Oggi ho percorso strade che conosco bene, perché siamo vicini alla casa della mia fidanzata Elena Cecchini. Anche queste sono zone stupende ed è bello che il ciclismo possa valorizzare le bellezze del nostro Paese”.
Missione compiuta per Ivan Ramiro Sosa, che oggi ha difeso la maglia azzurra: “Lo sterrato era insidioso, non l’avevo mai affrontato in gara. Ma la squadra mi è stata vicino e mi ha aiutato a superare ogni difficoltà. Sono felice di aver mantenuto la leadership, ora la concentrazione è massima per l’ultima tappa a Trieste”.
LA QUINTA TAPPA GRADO-TRIESTE
Domani la quinta e ultima frazione dell’Adriatica Ionica Race, da Grado a Trieste, 116,8 km. Partenza da Riva Ugo Foscolo alle 13.05. Il primo tratto in linea affronta i gpm di San Martino del Carso (2,9 km al 5,1%), al km 34, e di Prosecco (12 km al 2%), al km 51,7. Al km 80 il primo passaggio sotto lo striscione d’arrivo a Trieste, in Riva del Mandracchio. Il circuito finale misura 6,1 km ed è da ripetere sette volte. Al termine, previsto intorno alle 16, il vincitore dell’Adriatica Ionica Race sarà incoronato in Piazza Unità d’Italia.
ORDINE D’ARRIVO – 1. Elia VIVIANI (Ita, Quick-Step Floors), 223.2 km in 5h14’56”, media di 42.523 km/h; 2. Giacomo Nizzolo (Ita, Trek-Segafredo) s.t.; 3. Alvaro Hodeg (Col, Quick-Step Floors) s.t.; 4. Riccardo Minali (Ita, Italia) s.t.; 5. Mark Renshaw (Aus, Team Dimension Data) s.t.
CLASSIFICA GENERALE – 1. Ivan Ramiro SOSA (Col, Androni Giocattoli-Sidermec), 552 km in 14h11’30”, media di 38.888 km/h; 2. Giulio Ciccone (Ita, Bardiani Csf) a 45″; 3. Ildar Arslanov (Rus, Gazprom-Rusvelo) a 1’13”; 4. Edward Ravasi (Ita, Uae Team Emirates) a 1’44”; 5. Valerio Conti (Ita, Uae Team Emirates) a 1’57”.
LE MAGLIE
Azzurra (Geo&Tex 2000) – classifica generale – Ivan Ramiro Sosa (Col, Androni Giocattoli-Sidermec). Premiato da Enzo Cainero, ideatore delle tappe friulane del Giro d’Italia e coordinatore del grande ciclismo in Friuli Venezia Giulia.
Verde (Prologo) – classifica dei gpm – Enrico Logica (Col, Androni Giocattoli-Sidermec). Premiato da Valentino Mazzonetto, titolare del Maglificio Mazzonetto.
Rossa (Full Speed Ahead) – Classifica a punti – Elia Viviani (Ita, Quick-Step Floors). Premiato da Emanuele Bombini.
Bianca (Gabetti) – classifica giovani – Ivan Ramiro Sosa (Col, Androni Giocattoli-Sidermec). Premiato da Eugenio Mingoni, manager del gruppo Gabetti.
Arancione (Suzuki) – premio combattività – Andrea Toniatti (Ita, Italia). Premiato da Moreno Argentin.