I dipinti di Enzo Archetti in mostra alla GimondiBike 2018

Arte, territorio e sport insieme per un giorno in occasione della gara internazionale MTB. Quest’anno spazio alle opere pittoriche di Enzo Archetti che saranno esposte in occasione della GimondiBike il prossimo 30 settembre a Iseo.

 

Da sempre la GimondiBike Internazionale ha mostrato una sensibilità particolare nei confronti dell’arte e di un connubio speciale tra arte, territorio e sport. Come accade ormai da diverse annate, anche quest’anno, la manifestazione di mountain bike iseana abbina il proprio nome a quello di un artista bresciano che avrà l’opportunità di farsi conoscere al grande pubblico e mettere in mostra le proprie opere nel weekend del 29 e 30 settembre.

Da sei anni a questa parte, l’obbiettivo del Comitato Organizzatore è quello di ampliare i nostri orizzonti e dare rilievo ad aspetti che, seppur lontani dall’attività sportiva, sono comunque parte integrante della nostra società e del territorio a cui è profondamente legato. Per questa ragione si è deciso di abbinare ogni edizione della manifestazione internazionale MTB al mondo dell’arte e della cultura, offrendo una vetrina espositiva ad un artista bresciano degno di nota.

Arte e sport pedalano insieme per un giorno, aspetti diversi ma complementari della stessa storia, la nostra.

L’artista prescelto quest’anno per esporre le proprie opere all’interno dell’ExpoGimondiBike è Enzo Archetti. Nato a Monticelli Brusati (Brescia) nel 1946. Risiede a Brescia. Ha iniziato a interessarsi all’arte durante gli anni della Scuola Superiore e dopo il diploma magistrale ha proseguito la formazione culturale laureandosi in Lettere Moderne. Nello stesso periodo, e senza interrompere gli studi universitari, ha frequentato per due anni all’Accademia Carrara di Bergamo i corsi di disegno e acquaforte, sotto la direzione di Trento Longaretti.

Nel 1973 entra nel panorama artistico con la prima mostra a Brescia; negli anni immediatamente successivi espone in varie città italiane fra cui Milano, Verona, Modena, Brindisi, Firenze Roma e nel 1991 a Tokyo nella Galleria Forni.

Negli anni novanta si concretizza quello che sarà il suo linguaggio artistico determinato dalla fusione di materiali diversi, come tele garze tappeti corde lastre di ferro arrugginito, con elementi figurativi. Nel 2004 espone all’Accademie Libanaise di Beirut e nello stesso anno una sua opera entra nella collezione del Modern Art Museum di Kuwait City. Nel 2006 pubblica con l’editore Serra Tarantola un libro d’artista “Frammenti d’infinto”: è un racconto illustrato con 44 lavori pittorici che si sviluppa come un grande quadro di oltre 100 pagine in cui Archetti cerca di decifrare l’Infinito.

Dal 2009 iniziano rapporti di collaborazione con Gallerie in Germania, tra cui: Galerie Wehr-Dusseldorf, Galerie Rusch-Hamburg, Galerie Bilder Bingold-Norimberga. Nel 2011 tiene una mostra personale nel Castello East Gallery di Pechino. Per Archetti la pittura è uno dei mezzi più efficaci per raccontare se stesso, gli altri e il mondo. All’inizio dell’attività artistica, negli anni ’70, ha dipinto il reale, poi, fino ai primi anni novanta, si è confrontato con i grandi artisti del passato, in particolare con Piero della Francesca e  successivamente ha unito il suo figurativo con l’informale mantenendo come elemento dominante la figura femminile dagli occhi blu cobalto.

 

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