Alberto Destro è il recordman della Coppa San Geo

Lui e non altri è il recordman della Coppa San Geo con la quale ha avuto un rapporto
privilegiato: Alberto Destro è stato un corridore degli anni ’80 e ’90 e nel corso della sua
carriera l’ha vinta due volte nel 1989 e 1995; è stato secondo nel 1993; terzo nel 1987 e
1992; quarto nel 1994. All’epoca il dilettantismo era diverso. C’erano la prima e la
seconda serie e di fatto non c’erano limiti di età. Dopo gli juniores, si diventava
dilettanti. E Destro è tra coloro che di Coppa San Geo ne hanno disputate di più: nove
dal 1987 al 1995.
“Era la prima corsa dell’anno – racconta Destro – c’erano tutti i più forti e anche
parecchie incognite. Infatti non sapevi mai come sarebbe potuta andare. Avevi i dubbi:
“Mi sarò allenato abbastanza? E gli altri come staranno?”. Poi non c’erano gli strumenti
di oggi che misurano i watt e tanti altri valori.
“Se chiudo gli occhi il ricordo che ho è quello della prima vittoria. Si arrivava a Salò,
pioveva, faceva freddo, le gambe erano dure. Nel finale, ai 200 metri mi vidi sfumare la
vittoria. Chi doveva tirare la volata a Galli, il mio avversario, si spostò e
involontariamente mi chiuse tra lui e il marciapiede. Dovetti ripartire. E con il colpo di
reni ebbi la meglio”.
Erano tempi mitici per i dilettanti. Certe corse erano delle sfide, delle lotte quasi di
principio. C’era gente – come ricorda Destro stesso -, che tornava a correre dopo essere
stata professionista.
“E all’inizio – ricorda – per i ragazzi più giovani era una vera sfida confrontarsi con loro.
Almeno per me era così. Dopo gli juniores passavi ed eri dilettante di seconda fascia. Se
facevi un tot di punti, 21 mi sembra, passavi in prima. Alla fine era un modo per farsi le
ossa e farsi trovare più pronti quando magari passavi professionista. In alcuni parti
d’Europa so che ancora funziona così. Un metodo formativo, con meno “coccole”
rispetto a quello che c’è ora. C’era gente di anche più di 30 anni. Ricordo il bresciano
Ettore Manenti che per me era un punto di arrivo. Era la mia sfida più grande riuscire a
batterlo”.

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