Ancora cronometro ai Campionati Italiani: oggi a Sarche tocca alle Donne Elite

Dopo le sei nuove maglie tricolori di ieri, oggi si disputa la cronometro femminile Elite, sullo stesso percorso dominato ieri da Filippo Ganna. Si parte alle 14:30 con 33 atlete al via, in una prova che negli ultimi tre anni è stata sempre vinta da Elisa Longo Borghini

Seconda giornata per i Campionati Italiani di Ciclismo – Comano Terme 2023: dopo i sei titoli a cronometro assegnati giovedì, con in copertina la grande prestazione di Filippo Ganna, oggi va in scena la seconda e ultima giornata di prove contro il tempo, ancora con partenza e arrivo a Sarche, frazione del Comune di Madruzzo, in Valle dei Laghi.

Oggi, a partire dalle 14:30, va in scena la prova a cronometro riservata alle Donne Elite, ancora sul tracciato di 25,7 km che ha visto protagonisti ieri Uomini Elite e Under 23.

Già da oggi pomeriggio aprirà invece la permanence di Comano Terme, che Sabato e Domenica ospiterà partenze e arrivi delle prove in linea, rispettivamente degli Uomini Elite e Donne Elite.

LA GARA DI OGGI

Le atlete, 33 in totale, si confronteranno sul medesimo percorso delle loro controparti maschili, 25,7 km con partenza e arrivo a Sarche e la salita verso Passo San Udalrico nella prima metà della prova. Anche per questo, i nomi di Elisa Longo Borghini, campionessa uscente di specialità, in gara con la maglia delle Fiamme Oro, e Marta Cavalli (FDJ Suez), sono i più indiziati per portare a casa l’ambita maglia tricolore, anche se dal pronostico non può essere certamente esclusa Vittoria Guazzini (Fiamme Oro), già iridata di specialità fra le Under 23. Prima partenza in programma alle ore 14:30.

Viste le sue caratteristiche da scalatrice, la prova di oggi rappresenta una preziosa opportunità soprattutto per Cavalli. La 25enne cremonese, da poco tornata al successo dopo mesi difficili, troverà infatti terreno adatto a lei nella prima metà della prova, con l’obiettivo di guadagnare secondi da difendere nei chilometri finali, pianeggianti.

Cavalli è in crescita di forma e fiducia, dopo essere tornata ad alzare le braccia al traguardo di una corsa ciclistica: quello di Hautacam, sui Pirenei, dove ha vinto a quasi un anno esatto dalla sua ultima volta, in cima al Mont Ventoux. La crono di oggi sarà inoltre un importante test in vista della prova in linea di domenica, evento conclusivo del lungo fine settimana dei Campionati Italiani di Comano Terme 2023.

In vista della prova di domenica, Cavalli ha commentato: “Definiremo la tattica soltanto la sera prima ma già un mese fa ho provato il percorso, sia per la cronometro che per la prova su strada. Sono strade che conosco, spesso battute dal ciclismo professionistico, in parte simili a quelle già attraversate dalla nona tappa del Giro del 2022. Sarà una gara dura, una corsa dove si inizia a salire subito, sin dai primi chilometri, con un circuito finale particolarmente impegnativo. A fare paura è soprattutto la coppia Trek-Segafredo composta da Elisa Longo Borghini e Gaia Realini: agguerrita dal punto di vista fisico così come da quello tattico. Spero in una gara impegnativa fin dai primi chilometri, e so bene che tutte le squadre citeranno il mio nome tra quello delle papabili vincitrici: per me non è un problema, è anzi una ragione in più per trovare motivazioni”.

PARTENZA E ARRIVO

Sarche era un tempo una piccolissima località di passaggio conosciuta per il fatto di essere il crocevia fra la SS237 del Caffaro (direzione Giudicarie) e la SS45bis (direzione lago di Garda), per la sua prossimità con il pittoresco Lago di Toblino e per la presenza di un’estesa campagna vitata (soprattutto a Nosiola).

Oggi a queste peculiarità si è aggiunta un’importante ‘nota sportiva’ grazie in particolare, alle numerose falesie e pareti calcaree presenti nei dintorni. Oltre al Piccolo Dain con le sue numerose vie d’arrampicata (sportive e alpinistiche), le sue ferrate e i suoi percorsi escursionistici, vale la pena di ricordare il Dain Grande (Monte Casale 1632m) con la sua immensa parete est e le svariate falesie disseminate ai suoi piedi (Sisyphos).

Nella Valle dei Laghi è l’acqua a dominare il paesaggio come è facile intuire, con i bacini di Terlago, Santa Massenza, Toblino, Cavedine e tanti altri più piccoli. Qua la tradizione vitivinicola si perde nel tempo, tanto da essere segnalata la produzione di vini pregiati già nelle cronache del Concilio di Trento. Una parte della vallata è occupata dalla Valle di Cavedine, anch’essa caratterizzata dalla presenza dell’Òra del Garda, vento che dal Lago soffia verso nord, caratterizzando la viticoltura di questo territorio alpino ma dal clima tipicamente mediterraneo.

LUNGO IL PERCORSO

Al nono chilometro le atlete attraverseranno la Valle di Cavedine, soprannominata ’la val del vent’ (la valle del vento), per la costante brezza che arriva dall’Alto Garda e che l’attraversa. Attorno, la cornice del gruppo del Bondone, a oriente, del Monte Casale a occidente, della dorsale del Monte Gazza-Paganella a settentrione e, più indietro, del gruppo del Brenta.

Poco prima del chilometro 15, mentre saranno impegnate nella veloce discesa

verso il Lago di Cavedine, le atlete passeranno accanto a Castel Drena, che domina la profonda gola del Rio Sallagoni, visibile dall’alta torre merlata, si estende il suggestivo deserto delle Marocche, nato dal particolare fenomeno glaciale che ha portato alla formazione di una distesa di macigni di 187 milioni di metri cubi. Costruito nel corso del XII secolo, Castel Drena, sorse probabilmente su un villaggio preistorico. La sua posizione strategica lo rese oggetto di continue contese nel corso del Medioevo: bloccava e controllava l’unico valico transitabile. Inattaccabile dalle fiamme, difeso da due ordini di mura, eretto sulla rupe in posizione dominante, imprendibile con i mezzi d’assalto usati al tempo. La costruzione è essenzialmente romanica con qualche elemento gotico e alcune strutture cinquecentesche.

In questa zona, il castagno e i suoi preziosi frutti trovano un terreno particolarmente adatto alla loro crescita. Il castagneto che si estende in questa zona, con oltre 5000 alberi secolari, è uno dei più estesi del Trentino. I “maroni” di Drena sono coltivati con metodi naturali e vengono raccolti a mano in autunno, secondo l’antica tradizione locale.

Un paio di chilometri oltre il castello si trovano le Marocche di Dro, che rappresentano un’importante testimonianza dell’azione dei ghiacciai sulla morfologia del territorio. I detriti accumulati a causa di una serie di frane avvenute in epoca glaciale, vanno infatti a costituire colline pietrose alte fino a 200-250 metri che conferiscono a questa zona un aspetto lunare.

È a meno di dieci chilometri dalla fine, all’inizio della parte finale, perlopiù dritta e totalmente pianeggiante, il Lago di Cavedine, formatosi per sbarramento in seguito alla frana che ha creato le Marocche ed è oggi una vera e propria oasi verde, frequentata da pescatori e sportivi. Le sue acque non sono balneabili e generalmente sono abbastanza fresche, ma il paesaggio è molto bello perché di un colore blu intenso e con una ricca vegetazione. In primavera ed estate soffia la caratteristica “Òra del Garda” che, oltre a rinfrescare nelle giornate calde è un alleato fondamentale per surfisti e velisti.

A 22,9 chilometri, poco prima dell’arrivo, c’è invece la Pergolese, zona nota per la Nosiola e il Vin Santo, il cui nome deriva dal particolare processo di produzione, che prevede la pressatura delle uve durante la Settimana Santa. Dopo la vendemmia di ottobre, l’uva Nosiola, il vitigno simbolo della Valle dei Laghi, viene stesa su un’apposita griglia di legno, che i contadini del posto chiamano arèla, e lasciata essiccare al vento di Ora.

In questo modo si ha una riduzione di volume di circa l’80%. A essiccazione completata, da 100 chili di massa grezza si ottengono circa 16 litri di mosto. Poco prima di Pasqua si procede con la pigiatura dell’uva, a cui è dedicata una vera e propria cerimonia. Il pregiato succo raccolto viene lasciato maturare in botti di rovere per almeno sei anni. Questo complesso processo di produzione conferisce al Vino Santo Trentino DOC una durata di conservazione che può superare i 50 anni.

UN PRODOTTO DEL TERRITORIO

Un grande classico della tradizione altogardesana, la carne salada si presta a un’infinità di variazioni. Sui menù dei ristoranti la troviamo spesso servita con i “fasoi”, oppure accompagnata dal broccolo di Torbole, da un intingolo di funghi o da altri saporiti contorni.

Per la preparazione della carne salada si usano esclusivamente carni magre di manzo di primissima scelta. Ciascun pezzo viene insaporito in genere con sale, alloro, pepe nero, bacche di ginepro, spicchi d’aglio schiacciati e rosmarino. In realtà questa ricetta ha molte variazioni, veri e propri segreti di famiglia custoditi gelosamente. Un tempo la carne veniva conservata in contenitori di legno o pietra, mentre oggi si usano contenitori di acciaio inossidabile. Ultimata la preparazione, bisogna attendere 25 giorni prima che carne salada sia pronta da gustare.

Questa specialità, originaria della zona di Arco e Tenno, oggi figura nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e recentemente ha ottenuto anche la certificazione De.Co. a conferma del suo legame con il territorio. Le sue origini si possono ricondurre a una tradizione del XV secolo, quando i dazi sulla macellazione rendevano necessario prolungare la conservazione della carne proveniente dalla vicina e trafficata Val d’Adige.

LE GARE DI IERI

 

Nel riconfermarsi Campione Italiano a cronometro e riproporsi al Top in vista della seconda parte di stagione, Filippo Ganna è stato l’unico corridore in gara a superare, su un percorso con quasi 400 metri di dislivello, i 47 chilometri orari di media, staccando di circa trenta secondi i suoi due più diretti concorrenti (Mattia Cattaneo della Soudal-Quick Step e Matteo Sobrero della Jayco-Alula) e di almeno un minuto tutti gli altri corridori.

 

Nella categoria Under 23, la concorrenza nella prova a cronometro è stata sbaragliata da Bryan Olivo, atleta ventenne del Cycling Team Friuli, talento multidisciplinare che ha scelto di lasciare il ciclocross per concentrarsi su pista e strada, dove sta ottenendo importanti risultati sia su strada che nelle prove contro il tempo.

 

Tra gli Juniores i nuovi campioni italiani a cronometro sono Luca Giaimi, atleta ligure originario di Alassio, e la trentina Alice Toniolli, che oltre a essere tra le atlete di casa era attesa come grande favorita della sua categoria: “Ero ottimista” ha detto dopo il traguardo l’atleta di Mezzocorona “ed è un risultato che vale tantissimo, soprattutto in casa, davanti alle persone importanti, a cui dedico questo successo. Alcuni anni fa ho lasciato la mia passione, il pattinaggio sul ghiaccio, per abbracciare la bici. Questo è un nuovo punto di partenza“.

 

È trentino anche il Campione Italiano Allievi: Alessio Magagnotti, originario di Avio e atleta nelle fila di una delle società sportive con più storia a livello giovanile, la Forti e Veloci. Favorito della vigilia, il classe 2007 ha concluso il suo sforzo sui 7,1 km dal Lago di Cavedine a Sarche in 8:16, alla media di 51,61 km/h. È invece vicentina, di Dueville, Linda Rapporti, vincitrice tra le Allieve e atleta della Breganze Millenium, lo stesso di Toniolli.

 

PREVISIONI METEO

 

Dopo la giornata di sole di giovedì, ideale per mettere in luce le eccezionalità paesaggistiche del Trentino, oggi sul percorso è già caduta qualche goccia d’acqua: per il pomeriggio è atteso un clima più fresco e più velato, cosa che probabilmente non dispiacerà alle atlete.

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