Il campione veronese è 2° nell’Eliminazione. Per l’Italia si tratta della quarta medaglia. Settimo posto nel medagliere. Il bilancio del presidente Dagnoni |
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BALLERUP (DAN) – L’Italia chiude i mondiali di Ballerup con il bottino di 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo che vale il settimo posto nel medagliere. Il quarto metallo lo conquista un eterno Elia Viviani (podio SprintCyclingAgency) nella sua gara, l’eliminazione. Un argento che soddisfa il campione veneto: “Sono contento. Nelle ultime quattro edizioni mondiali in questa specialità ho vinto due volte, un bronzo e oggi questa medaglia. Ho corso avanti, forse spendendo più del dovuto, perché sono rimasto scottato della penalizzazione in occasione delle Olimpiadi. Potevo fare meglio nell’ultimo sprint. La testa c’era, le gambe un po’ meno. Il pubblico conta e i danesi hanno fatto le cose per bene in questa edizione, arrivando pronti. Anche noi, nonostante la stagione impegnativa, abbiamo dimostrato di onorare questo appuntamento. Adesso nella Madison cercheremo di dare il massimo con animo leggero”. Non va come sperato per i vice campioni olimpici. Viviani e Consonni restano coperti nella prima parte e poi provano a sorprendere gli avversari, ma questa volta il marcamento a loro riservato non permette fughe. Terminano settimi. Vince la Germania
BILANCIO FINALE – L’impresa di Jonathan Milan è la sintesi del mondiale dell’Italia in Danimarca. Il corridore friulano, con il titolo e il record del mondo, fornisce la dimostrazione plastica della continuità del lavoro dello staff della Nazionale guidata da Marco Villa. Ad una leggenda come Filippo Ganna (sei titoli mondiali, un record sulla distanza oltre al primato sull’ora) succede il suo gemello diverso, capace di vincere su strada e di raccogliere l’eredità in pista. A 24 anni Milan può vantare un palmares di primo livello e considerarsi anche un veterano rispetto a un gruppo di ragazzi che Villa ha portato in Danimarca per aprire un ciclo.
Questo mondiale è stato interpretato come primo passo di un percorso che porterà alla Olimpiade di Los Angeles. Si sono visti all’opera giovani di belle speranze (Favero e Venturelli hanno 19 anni e altri, di pari valore, sono rimasti in Italia) e corridori consolidati, come il ‘profeta’ Elia Viviani, lo stesso Milan, Consonni e il quartetto femminile. Il settore velocità ha mostrato ulteriori progressi e ambisce legittimamente ad una qualificazione olimpica anche tra gli uomini.
Il Team Manager delle Nazionali, Roberto Amadio, allarga l’analisi a tutto il quadriennio: “La pista italiana è ai livelli di assoluta eccellenza. I risultati, da Tokyo e Parigi, hanno suggellato la forza del settore endurance, la crescita della velocità e di juniores pronti a subentrare ai veterani. Questi mondiali ci permettono di guardare ai prossimi anni con ottimismo. Per confermare questi risultati bisogna dare continuità al progetto.”
Il bilancio del presidente Dagnoni: “In questi anni abbiamo realizzato qualcosa di straordinario, consegnando allo sport italiano un settore modello per il resto del mondo e che ha ancora tanto da regalare. Qui in Danimarca abbiamo visto che dietro gli attuali campioni scalpitano ragazzi pronti a prenderne l’eredità. Tutto questo giunge nonostante in Italia ci sia un solo impianto coperto utilizzabile solo parzialmente. Abbiamo bisogno di strutture, per favorire il ciclismo di base e per l’alto livello. A breve avremo importanti novità: il nostro lavoro non è ancora concluso.”
LE ALTRE GARE DELL’ULTIMO GIORNO – Il keirin azzurro torna protagonista anche nel settore femminile. Come Stefano Moro, anche Miriam Vece riporta l’Italia in una semifinale mondiale. La 27enne di Crema termina il suo mondiale con un decimo posto che non ha precedenti nella storia della pista azzurra. Una top ten, questa di Miriam, che si aggiunge all’identico risultato nello sprint e al settimo posto nei 500 metri. Martina Alzini, nella corsa a punti, è 14^ (5 punti) nella prova vinta dalla danese Leth (43 pt) davanti alla belga Kopecky (40 pt). |