Il diesse Zanatta: Abbiamo onorato la corsa, un’esperienza importante per i nostri giovani
Si è concluso domenica a Roma il 101° Giro d’Italia, il sesto per la Bardiani-CSF. Da Gerusalemme alla Città Eterna, risalendo dalla Sicilia e fino alla Valle d’Aosta, la Corsa Rosa 2018 verrà ricordata come una delle più intriganti dell’ultimo decennio. Una gara tirata, con ritmi di corsa elevati e un livello di competizione altissimo.
La maglia rosa è stato l’oggetto del desidero più ambito, con Yates che sembrava lanciato a vincerla, salvo poi soffrire nelle giornate finali e vedersela soffiare da Froome con un’impresa d’altri tempi.
Oltre al simbolo assoluto del primato del Giro, ogni arrivo di tappa è stato molto combattuto, nonché l’obiettivo che la Bardiani-CSF ha cercato, con coraggio e tenacia, di raggiungere. Il miglior risultato in assoluto è stato il quarto posto di Giulio Ciccone, conquistato ieri nella 20ma tappa a Cervinia. Sempre Ciccone si è poi piazzato decimo nella giornata di Campo Imperatore (tappa 9) mentre Simion ha colto ieri la terza top ten della corsa.
Dodici sono state le fughe a cui ha preso parte la squadra, su 19 tappe in linea. Vale la pena sottolineare che in tutto il Giro solo due attacchi da lontano sono arrivati al termine e, nel secondo, Ciccone è stato tra i protagonisti.
La Bardiani-CSF ha anche cullato fino all’ultima tappa disponibile, quella di Cervinia, il sogno di vincere la maglia azzurra degli scalatori con Ciccone. Enrico Barbin è stato il primo a vestirla dopo la seconda tappa a Tel Aviv, portandola per quattro giorno fino al primo arrivo in salita sull’Etna.
Per Ciccone è diventato un obiettivo dopo la fuga nella tappa 15, dove ha fatto il pieno di punti. Nel pieno della bagarre per la classifica generale, Ciccone ha atteso la tappa 20 venti per sferrare il decisivo attacco. Superare Froome sarebbe stata una vera e propria impresa, purtroppo solo sfiorata: 125 punti del britannico, 109 quelli di Ciccone, secondo.
“Credo che nessuno possa negare che abbiamo onorato il Giro al massimo delle nostre possibilità” ha spiegato il DS Zanatta. “I risultati di ogni tappa, così come quelle delle classifiche generali, mostrano quanto elevata sia stata la qualità della corsa. Ci siamo confrontati con campioni di livello assoluto, squadroni super attrezzati con budget milionari e, ogni giorno, i nostri giovani si sono buttati nella mischia con coraggio e prestazioni onorevoli”.
“Su ventidue squadre, solo dieci sono riuscite a vincere una tappa, e tutte di categoria World Tour. E’ un dato che la dice lunga sulla durezza del confronto, così come le sole due fughe arrivate al traguardo. Il nostro sogno era vincere una tappa e abbiamo dato tutto per riuscirci. Ma non dimentichiamo neanche l’obiettivo dell’intero progetto sportivo del #GreenTeam: offrire ai giovani l’opportunità di crescere, formarsi come corridori, sbagliare ed imparare. Questo traguardo l’abbiamo senza dubbi tagliato per primi”.