LA COPPA SAN GEO SCALDA I MOTORI

Tra due settimane esatte la Coppa San Geo spegne 100 candeline. Sabato 24 febbraio la corsa di
apertura del ciclismo dilettantistico nazionale sarà abbinata anche quest’anno al 54° Trofeo Caduti
Soprazocco e ai Memorials Giancarlo Otelli e Attilio Necchini. Due corse ciclistiche cariche di gloria e
due autentici giganti che a vario titolo hanno contribuito moltissimo alla diffusione del ciclismo nel
Bresciano e non solo. Una storia infinita che dal 1925 a oggi ha inanellato ben 99 capitoli che hanno
fotografato le vicende delle persone che l’hanno disputata, insieme a quelle che l’hanno organizzata e
alle decine di migliaia di tifosi che negli anni l’hanno seguita con grande partecipazione. Una storia ai
confini della leggenda, nata dall’intuizione di Geo Davidson, pioniere e grande presidente dell’UVI, il
quale decise di mettere a disposizione del comitato regionale lombardo i premi della prima edizione. E
anche negli anni seguenti si fece sempre fatto trovare pronto per fare la sua parte.
Ne ha fatta si strada la Coppa San Geo, e ad impreziosirla negli anni si sono susseguiti alcuni campioni
che hanno fatto la storia del ciclismo mondiale. Limitandoci a coloro che hanno concluso la corsa tra i
primi cinque della classe sono assurti a protagonisti corridori che nel prosieguo della carriera hanno
conquistato prestigiosi allori. Learco Guerra, virgiliano si è classificato 2° nell’edizione del 1929 vinta da
Severino Canavesi a Legnano In seguito la Locomotiva Umana vinse un Giro d’Italia (1934); un
campionato del mondo (Copenaghen 1931); chiuse secondo due volte ai meeting iridati del 1930 e
1934 a Liegi e Lipsia; due argenti li conquistò anche al Tour de France (1930/1933). Che dire poi di
Marino Vigna, terzo sul traguardo di Mariano Comense nel 1960, anno in cui si laureò campione
olimpico nell’inseguimento a squadre a Roma. Nel 1980 a Padenghe del Garda il veneto Moreno
Argentin chiuse secondo dietro il compagno di squadra Silvestro Milani. Nel prosieguo dell’attività
vinse quasi tutto quello che c’era da vincere: un Mondiale a Colorado Springs 1986; quattro edizioni
della Liegi-Bastogne-Liegi, un Giro delle Fiandre, un Giro di Lombardia, un argento e un bronzo iridati
nel 1985 al Montello e nel 1987 a Villach. Più recentemente Sonny Colbrelli si è messo al collo la
medaglia di bronzo nel 2011 a Soprazocco alle spalle dei conterranei Renzo Zanelli e Marco Zanotti.
Dieci anni dopo ha griffato la sua miglior stagione con la conquista del titolo italiano, quello
continentale e la Classica delle Pietre, ovvero la Parigi-Roubaix. Tra gli sconfitti Remco Evenepoel e
Mathieu Van Der Poel. Con loro numerosi altri concorrenti hanno regalato nel prosieguo della loro
carriera allori internazionali all’Italia. L’elenco però è talmente lungo che ci fermiamo al successo ai
Giochi del Mediterraneo a Mersin 2013 di Nicola Ruffoni, terzo alla San Geo del 2010 ed a Fabrizio
Bontempi quinto a Salò nel 1988, terzo classificato ai Giochi del Mediterraneo di Latakia 1987.
Crediamo basti e avanzi per qualificare questa corsa tra le più prestigiose del mondo,

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