L’atleta del team Groupama-FDJ è riuscito a difendere il simbolo del primato nell’ultima tappa con arrivo a Innsbruck, portando a casa la classifica generale che gli era sfuggita per un soffio nel 2017. Podio per Pozzovivo e Lopez, successo di tappa al giovane Padun
Quella sconfitta proprio non gli è andata giù. Nel 2017, dopo il successo di tappa di Trento aveva detto: “Amo questa corsa e questi luoghi, l’anno prossimo tornerò per vincere.” E’ stato di parola, Thibaut, che stavolta, anche senza successi di tappa, è riuscito a distanziare di 15 secondi Domenico Pozzovivo (Bahrain-Merida) e Miguel Angel Lopez (Astana), che sono saliti nell’ordine sugli altri due gradini del podio. Quarto posto per quello che era forse il nome più atteso di questo Tour of the Alps, Chris Froome, capitano di un Team Sky che non è riuscito a centrare uno storico poker di vittorie consecutive. In generale, il Tour of the Alps ha restituito un Froome competitivo, non ancora ai massimi livelli ma volitivo e desideroso di mettere alla prova sé stesso e i suoi avversari. Leggermente sotto le attese, invece, Fabio Aru (UAE Team Emirates) che ha concluso al sesto posto, alle spalle anche di George Bennett (LottoNL-Jumbo), che anche a Innsbruck – come a Pampeago – non è riuscito a tenere il passo dei più forti.
Intanto, il traguardo di Innsbruck ha sorriso all’ennesimo giovane emergente di questo Tour of the Alps: il 21enne ucraino Mark Padun (Bahrain-Merida) ha festeggiato nella quinta tappa, Rattenberg-Innsbruck (164,2 km) il suo primo successo da professionista, riuscendo ad evadere solitario dal gruppo di nove unità selezionatosi nei tre passaggi sulla Olympia Climb – la salita protagonista dei prossimi UCI Road World Championships.
Annullata la fuga in cima alla seconda ascesa sulla Olympia Climb, Miguel Angel Lopez ha cercato di sorprendere tutti in discesa, trovando poco dopo il contrattacco di Pozzovivo e Pinot: i tre uomini in vetta alla classifica hanno pedalato davanti a tutti fino a 5 km all’arrivo, quando il gruppo guidato da Chris Froome e il suo luogotenente Kenny Elissonde è riuscito a ricongiungersi sui battistrada, prima dell’assolo vincente di Padun.
“Ci avevo pensato nelle prime tornate,” racconta il giovane ucraino, “ho capito che poteva esserci spazio per andare, e ho preferito tentare che tenermi il rimpianto. E’ solo la mia terza corsa quest’anno, sto iniziando a capire che corridore sono: le corse a tappe brevi potrebbero essere la mia strada. Magari anche il Tour of the Alps, un domani…”
“È stata una settimana perfetta, in una delle zone più belle di tutta Europa. L’anno scorso ho promesso che sarei tornato per vincere. Ora prometto che tornerò per il bis.”
A Innsbruck c’è stato spazio anche per il ricordo e la commozione, con la commemorazione celebrata dal Vescovo del Tirolo Hermann Gletter per Michele Scarponi, scomparso poco meno di un anno fa, e che ha visto la partecipazione anche di Giacomo e Flavia Scarponi, i genitori di Michele.
Toccante anche l’intervento del Presidente del GS Alto Garda Giacomo Santini, visibilmente emozionato. “Michele è stato l’esempio di tutto quello che il ciclismo dovrebbe essere, e che sa diventare grazie a personaggi di questa straordinaria qualità umana. Michele è stato un grande atleta, ma è stato anche allegria, generosità, umiltà. Un amico, un padre, un fratello. Nel ciclismo c’è tanto di più degli ordini d’arrivo, e Michele sarà lì, nel nostro cuore, a ricordarcelo per sempre.”
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